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Anno nuovo, problemi antichi: una scuola stagnante

Rispetto a un anno fa è cambiato il governo, è cambiato il ministro, è cambiato il top management del Miur, ma la scuola è rimasta la stessa.

E’ vero che i processi di cambiamento in un mastodontico apparato istituzionale e organizzativo come è quello della scuola italiana sono necessariamente lenti, ma l’impressione è che tutte le principali anomalie strutturali che lo caratterizzano – e questo a prescindere dall’attività dell’attuale Governo – siano rimaste invariate: da una condizione dell’edilizia scolastica mediamente di bassa qualità con punte di fatiscenza a quella di un personale docente invecchiato, con una eccessiva mobilità territoriale e nessuna mobilità professionale; da un’autonomia delle istituzioni scolastiche concepita come un generalizzato ‘fai da te’ e bloccata dal sottofinanziamento alla persistenza di fenomeni come l’alto tasso di dispersione e di giovani NEET (Not in Employment, Education and Training).

Se a questo si aggiungono altri fattori che accrescono l’immobilismo come il blocco pluriennale dei contratti e delle retribuzioni e la perdurante, totale assenza di politiche della formazione in servizio collegate all’innovazione, la sensazione complessiva è quella di una scuola stagnante, che va avanti per spinta inerziale.

Il contesto politico, malgrado l‘effervescenza del ministro Carrozza e la buona notizia dell’aumento del budget dell’istruzione dopo anni di tagli, non è tale da suscitare ottimismo: per un mondo come quello della scuola che richiederebbe strategie di medio-lungo periodo le incertezze che circondano la stessa durata del governo restringono la prospettiva del cambiamento/miglioramento, spingendo la scuola a guardare all’oggi più che al domani, in contrasto con quella che dovrebbe essere la sua naturale vocazione.

Da: TuttoscuolaNews  N. 616, 7 gennaio 2014

Commento: Forse il difetto sta nel manico! cioè nella struttura burocratica e centralistica della scuola italiana. Occorre cambiare la governance della scuola. La scuola deve essere autonoma realmente, disporre direttamente di tutto ciò che le serve per funzionare (personale insegnante e non insegnante, dirigenti, edifici e attrezzature) ed essere amministrata da un Consiglio di Amministrazione eletto dai genitori degli alunni iscritti alla scuola. Deve diventare una “Scuola Statale Autonoma”. Solo così anche le “buone idee” non resteranno una chiacchiera per addetti ai lavori ma un’occasione di miglioramento della scuola.

 

 

Redazione
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