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In questa scuola stanno male anche gli insegnanti

maria de biase“Voglio subito dire che la mia intervista a Retenews24 è stata manipolata, per far sembrare che io abbia il dente avvelenato contro gli insegnanti.” A parlare è Rosa De Biase, al momento forse la dirigente scolastica più odiata d’Italia.

Cosa pensa, in realtà degli insegnanti?
“La maggioranza di quelli che lavorano con me e che incontro nelle scuole sono bravissimi. Purtroppo, ce n’è una parte che è completamente fuori. Non intendo quelli che non condividono le mie idee, che è un loro diritto. Intendo persone che proprio non stanno bene e non ce la fanno. Insegnare è un lavoro difficile ed è sempre più difficile avere a che fare con i bisogni crescenti degli alunni e delle famiglie. Per fortuna, tra gli insegnanti c’è anche gente molto molto brava, che se trova un dirigente capace di valorizzarla e di comprendere le sue esigenze crea dei team straordinari.
Quale dovrebbe essere il metodo di reclutamento per gli insegnanti?
Il mio sogno sarebbe avere la possibilità di formare una squadra con quelli più capaci e motivati. Ho alcuni insegnanti che non stanno bene, che hanno problemi familiari, che sono così anziani da far fatica persino a venire a scuola…e pure qualche lavativo. Sogno una scuola dove docenti e dirigenti stanno insieme dalla parte degli alunni, una comunità educante. Forse questo clima che ci mette gli uni contro gli altri è voluto, non lo so, ma non dovrebbe essere così.
Non ha menzionato i genitori, secondo lei, che ruolo hanno?
I genitori va bene che entrino nella scuola a pieno titolo. Non sempre sono collaborativi ma lo diventano, se vedono che l’obiettivo è il bene dei loro figli. Il conflitto annulla la buona didattica, di cui in Italia abbiamo avuto grandi maestri, come Don Milani, Mario Lodi…

Nell’intervista sembra che lei spari a zero anche contro i suoi colleghi dirigenti, secondo lei, come andrebbero selezionati?

Io sono diventata dirigente per concorso e così molti miei colleghi. Solo che un concorso, per dirigenti e insegnanti non basta. Uno può essere un genio con tre master, ma se ha problemi con l’affettività e le relazioni questo lavoro non lo può fare. Ci sono anche quelli che sono bravi in classe ma non si sanno relazionare con gli altri adulti, mentre fare squadra con colleghi collaboratori scolastici e il dirigente è fondamentale. Ci vuole una formazione specifica e costante sull’affettività e le relazioni e, per i dirigenti, anche su come si costruisce una squadra. Credo che la categoria dovrebbe rivendicare più formazione in questi ambiti, visto che i 500 euro all’anno previsti dal DDL.

Cosa pensa del dibattito sul DDL?

Mi spaventa la difesa dell’intoccabilità degli insegnanti, mentre non si parla del diritto dei bambini ad avere persone che li comprendano, li educhino e li sostengano. Nella scuola c’è un corporativismo terribile, che non mi risulta esista in altri ambienti. Anni fa, mi è capitato di vedere insegnanti bravi difendere un collega che aveva picchiato un bambino e prendersela con me, dirigente, perché non l’avevo difeso. Il maestro, non il bambino.
Una maggiore partecipazione dei genitori non aiuterebbe a difendere i diritti dei bambini?

La maggioranza dei dirigenti non la vede così, perché più persone ci si mettono dentro, più la gestione della scuola diventa complicata. Ma io penso che le cose andrebbero meglio. Io ho un istituto comprensivo molto grande, 18 plessi in cinque comuni, ma faccio di tutto perché genitori, insegnanti e collaboratori scolastici si guardino negli occhi. Per me tutto parte dalle relazioni.

Redazione
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