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Scuole indipendenti, homeschooling e unschooling. Una risposta adeguata all’emergenza educativa?

Due piccoli hobbit ascoltano il racconto di Bilbo, in un'immagine tratta dal film La compagnia dell'Anello

Due piccoli hobbit ascoltano Bilbo Baggings, che racconta le sue avventure (immagine tratta dal film La compagnia dell’Anello di Peter Jackson)

Sempre più genitori, preoccupati per l’educazione dei figli, fondano scuole indipendenti, cioè al di fuori del sistema scolastico riconosciuto dallo Stato, come la Scuola Hobbit o addirittura scelgono di dare un’istruzione ai figli senza mandarli a scuola (esperienze di homeschooling e unschooling).
Queste iniziative sono pienamente legittime e costituzionalmente fondate. Gli articoli 30 e 33 della Costituzione dicono:
È dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. (art. 30)
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione. (art. 33)
Queste iniziative sono senz’altro utili alle singole famiglie, ma sono adeguate ad affrontare il problema educativo della società italiana? Se una rondine non basta a fare la primavera, una singola scuola o una famiglia che sceglie di istruire direttamente il proprio figlio, non basta ad affrontare l’emergenza educativa in Italia. È come se uno si accontentasse di abitare in una bella villa situata però in un quartiere degradato dalla bruttezza degli edifici, dall’inquinamento di ogni tipo e da una delinquenza diffusa.
L’emergenza educativa è una questione nazionale e riguarda soprattutto gli educatori, cioè genitori e insegnanti, e le condizioni in cui esercitano il loro compito educativo.
La maggior parte dei genitori e degli insegnanti ha a che fare con la scuola statale, frequentata da circa il 95% degli studenti. Per affrontare l’emergenza educativa in modo efficace bisogna occuparsi anche della scuola statale. Come?
Riconoscendo ad ogni singola scuola una piena autonomia e dotando ogni singola scuola di un sistema di governo efficiente e responsabile nei confronti dello Stato e dei genitori.
Che cosa vuol dire che una scuola è pienamente autonoma? Significa che dispone direttamente di tutto ciò che le serve per svolgere il proprio compito: dirigenti, insegnanti, personale amministrativo ed ausiliario, edifici e attrezzature.
Quale potrebbe essere un sistema di governo responsabile nei confronti dei genitori?
La scuola potrebbe essere governata da un consiglio di amministrazione eletto dai genitori (ma non formato da genitori).
E la responsabilità nei confronti dello Stato? La scuola dovrebbe rispettare “le norme generali” dettate dalla Repubblica e dovrebbe essere disponibile a collaborare con ogni sistema di valutazione che lo Stato ritenesse di dover adottare.

Redazione
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