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Occupazioni come antidoto all'apatia?

davide_faraone_pdIl sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha scelto un modo interessante di far conoscere la propria esistenza ai più: pubblicare su La Stampa un articolo in cui sostiene, tra l’altro: “«… quanti sono diventati leader in un’azienda, dopo essere stati leader durante un’occupazione studentesca. Anche in quei contesti si seleziona la classe dirigente». Caustico il commento di Giorgio Israel, professore ordinario di matematiche complementari e storia della matematica presso l’università La Sapienza di Roma, su Facebook: : “Ecco perché siamo ridotti al punto in cui siamo…”. In effetti, gli imprenditori italiani, e i membri della nostra classe dirigente in genere, non sono particolarmente noti nel mondo per le virtù civiche e l’attenzione al bene comune.
In un capolavoro di populismo, forse appreso quando ha capito che, per farsi eleggere rappresentante degli studenti in consiglio d’istituto, bloccare le lezioni è molto utile, Faraone sostiene che ” Quando non sono  moda del “liceo dei fighetti”, non sono fatte per scimmiottare i loro padri e i loro nonni, quando non sono la ripetizione stanca di un rito d’altri tempi; quando non sono caricature, le occupazioni e le autogestioni sono fenomeni spontanei e vanno prese sul serio. E noi prenderemo sul serio chi ha qualcosa da dire, rifiutando ogni forma di violenza e devastazione.”

In che cosa consiste, per il sottosegretario “questo prendere sul serio?” Forse nell’accorgersi che le occupazioni sono una manifestazione di disagio per come è attualmente la scuola? No, nel partecipare alle assemblee nelle aule e nelle palestre occupate, per raccontare il punto di vista del Governo.

E poi? ” Naturalmente, la democrazia funziona se ad un certo punto si smette di discutere e si decide.” conclude il sottosegretario “Anche questa è una prerogativa alla quale il governo Renzi non è mai venuto meno: se non si decide si è irrilevanti e inutili e non ce lo possiamo permettere. A maggior ragione se è in gioco la cosa più preziosa che abbiamo: la nostra scuola, il nostro futuro. “. Insomma, cari ragazzi, occupate e autogestite quanto volete, così vi sfogate un po’, tanto poi della vostra scuola deciderà il Governo. E voi tornerete buoni buoni nei banchi, dopo Natale, perché la prima pagella sta per arrivare.

Redazione
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